La Romagna inventa l’aperitivo dell’estate 2025:
gin al sale, lime e l’arte di stare insieme.
Ai Ricci Hotels diventa già un must
C’è un momento, verso sera, quando Cesenatico si trasforma. Il sole comincia a calare sui terrazzi, le famiglie rientrano dalle giornate in spiaggia, gli ospiti si preparano all’aperitivo con vista mare. È in quell’ora sospesa tra il giorno e la sera che quest’estate viene “servita” una novità destinata a fare storia: il “Bellavita“, un cocktail che ha tutta l’aria di voler diventare il nuovo simbolo della Riviera Romagnola.
L’idea è nata dal Consorzio Cesenatico Bellavita, presieduto da Giuseppe Ricci. La sua famiglia, da oltre settant’anni – dal 1954 per la precisione – scrive la storia dell’ospitalità romagnola. I Ricci Hotels sono quattro gioielli fronte mare e un cascinale di campagna che raccontano l’evoluzione del turismo adriatico. Dall’Hotel Sport con il suo Mediterranean Style alle piscine a forma di cuore del Valverde, dal romantico Nettuno sul lungomare Carducci alla Villa Mia di Gatteo Mare (dove Secondo Casadei compose “Romagna Mia”), fino al Podere La Fattoria, un cascinale ottocentesco immerso tra ulivi e girasoli.
In queste strutture, dove l’ospitalità romagnola si è fatta arte, quest’estate si può sorseggiare il Bellavita. Il cocktail nasce dall’ambizione più ampia del Consorzio Bellavita di creare qualcosa che vada oltre l’Aperol Spritz e racconti l’anima della Riviera.
«Bellavita è più di un cocktail: è un piccolo rituale da condividere, un simbolo dell’estate romagnola» svela Giuseppe Ricci. E ha ragione: perché un drink non è mai solo un drink, specialmente quando nasce con l’idea di raccontare un territorio e la sua vocazione ad accogliere.
La ricetta è semplice quanto ambiziosa: Gin Primo (un distillato artigianale al sale di Romagna), Aperol, lime fresco e cedrata. A crearlo è stata la Premiata Officina Lugaresi di Cesena, in collaborazione con Federico Mastellari di Drink Factory, che di mixology se ne intende sul serio.
Il sale, appunto. Perché, mentre il mondo si affanna a inventare cocktail sempre più esotici, qui hanno pensato di usare quello che hanno sotto casa: il sale romagnolo.
Si può sorseggiare a bordo delle grandi piscine dell’Hotel Sport, o sulla terrazza del Nettuno mentre il sole tramonta. Gli ospiti di Villa Mia lo possono degustare nel giardino dove risuonano ancora le note di “Romagna Mia”, o i fortunati del Podere La Fattoria lo bevono tra i filari, con il profumo dei girasoli nell’aria.
È più di marketing turistico: è l’ambizione legittima di un territorio che vuole creare una propria identità. In fondo, ogni terra che si rispetti ha il suo drink: il Negroni a Firenze, il Bellini a Venezia, l’Hugo in Alto Adige. Perché la Romagna non dovrebbe avere il suo?
I Ricci Hotels, con la loro storia di famiglia che attraversa quattro generazioni, diventano così i primi ambasciatori di questa rivoluzione dell’aperitivo. Strutture che hanno saputo evolversi mantenendo l’anima: completamente plastic free, con certificazioni ambientali che fanno scuola, menu à la carte per tutti (bambini, vegetariani, celiaci), biciclette ed e-bike per esplorare il territorio, persino le colonnine Tesla per le auto elettriche.
«Vogliamo regalare questa idea a tutta la Romagna.» – prosegue Giuseppe Ricci – «Perché ciò che ci accomuna è la voglia di ospitalità, l’amore per la semplicità e il piacere di condividere momenti che restano».
Il Bellavita si candida quindi a diventare l’aperitivo ufficiale dell’estate romagnola. E forse, sorso dopo sorso, tra le piscine a forma di cuore e i tramonti infiniti si capirà cosa significa “bella vita”. È semplicemente l’arte romagnola di trasformare un momento qualunque in un piccolo rito di condivisione. Che poi è esattamente quello che la famiglia Ricci fa da tre generazioni: trasformare una vacanza in un ricordo che resta.