Centinaia di chef a Matera con il Mipaaf per la Festa del Cuoco

1352

Prevista quest’anno nella “Capitale Europea della Cultura 2019” la Festa Nazionale del Cuoco il 13/14 ottobre. Sarà Matera infatti il palcoscenico delle iniziative organizzate dall’Unione Regionale Cuochi Lucani e dalla Federazione Italiana Cuochi, con la collaborazione del MIPAAF e del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) e insieme della Regione Basilicata. Tanti i momenti di dibattito e i percorsi gastronomici previsti per promuovere i prodotti della pesca artigianale e dell’acquacoltura in abbinamento alle tipicità del territorio.
La manifestazione, momento identificativo e d’aggregazione per tutta la categoria, radunerà oltre 400 professionisti da ogni regione d’Italia nella città lucana, nei suggestivi ambienti di Mulino Alvino o in aree pubbliche come Piazza Vittorio Veneto a ridosso dei Sassi, emblemi della città. Fra le tante attività previste: l’assemblea nazionale delle Lady Chef, il convegno del Dipartimento Solidarietà Emergenze sul ruolo dei cuochi volontari, ma soprattutto, il proposito di questa edizione è quello di guardare alla figura del cuoco come vero ambasciatore di modelli socio economici sostenibili e peculiari risorse dei territori, come sono appunto quelle relative alle attività della pesca costiera o dell’acquacoltura, per farsene veicolo di promozione presso l’ambito ristorativo o il consumatore finale.
Sul palco dimostrativo e presso l’info point istituzionale del MIPAAF/Feamp nella struttura di Mulino Alvino, lunedì 14 ottobre, si alterneranno Cooking Show d’eccezione sul pesce povero firmati da chef stellati e volti noti della Tv quali Alessandro Circiello, Paolo Barrale o Vitantonio Lombardo, insieme a Giuseppe Misuriello, Massimo Carleo e Michele Castelli e workshop che insieme ai cuochi vedranno dibattere, produttori ittici, autorità ed enti legati al mondo della pesca. L’obbiettivo è quello di rilanciare una cultura del gusto ed un’offerta gastronomica che sia recupero d’esperienze e valori corali del territorio, con i quali immaginare nuovi modelli di sviluppo e un futuro sostenibile. Dimenticare o rischiare di perdere tradizioni ed economie di filiera nate e vissute in profonda simbiosi con il territorio, come quelle della piccola pesca costiera, significherebbe perdere infatti opportunità di sviluppo strategiche per tante aree del paese ed insieme la varietà peculiare di una cultura gastronomica che è una delle più straordinarie attrattive delle nostre regioni e della nostra penisola.

AUTORERedazione
Articolo precedenteThe Vegetarian Chance: la VI edizione andata in scena a Torino
Articolo successivoSlow Wine 2020: vino, territori, economie e ambiente