Praepositus: il nuovo corso dell’Abbazia di Novacella

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Sono uscite a ottobre, e non come di consueto a giugno, le ultime annate della linea che interpreta l’eccellenza dell’Abbazia di Novacella. “Sono vini pensati per essere longevi: più tempo in cantina non può che donare loro più equilibrio”.

Una maggiore sosta in cantina e la commercializzazione a partire dal 1° ottobre e non più dal 1° giugno. È il nuovo corso che l’Abbazia di Novacella, una delle cantine attive più antiche del mondo, ha deciso di intraprendere per la linea Praepositus che da sempre rappresenta l’eccellenza di questa storica realtà altoatesina.

“Non abbiamo mai avuto fretta di commercializzare i nostri vini, consapevoli del grande potenziale a nostra disposizione e di come il tempo rappresenti un alleato prezioso per raggiungere il miglior equilibrio possibile per nostri vini – spiega Werner Waldboth, direttore vendite di Abbazia di Novacella –. Un fattore che diventa ancora più importante per i vini della linea Preapositus, il fiore all’occhiello della nostra produzione, da sempre i più longevi e in grado di donare il meglio di sé con il passare del tempo”. Nasce da queste premesse, quindi, l’idea di lasciar riposare tutti i vini di questa linea per più tempo in cantina rispetto al passato, iniziando la commercializzazione non più in estate ma in autunno. “Una sosta maggiore sui lieviti non può che aumentare ancora di più la longevità di questi vini”.

I vini della linea Praepositus – 8 vini bianchi, 2 vini rossi e 2 vini dolci – maturano in acciaio o in botte, a seconda delle varie tipologie, per minimo 12 mesi, un periodo che sale a 24 mesi nel caso del Riesling e il Grüner Veltliner e arriva fino a 36 mesi per il Pinot Nero e il Lagrein nelle versioni Riserva. “L’utilizzo delle vasche di acciaio o delle botti cambia a seconda delle varietà e delle caratteristiche delle singole annate – continua Waldboth –. Nel caso del Pinot Grigio, ad esempio, utilizziamo sia botti piccole che grandi, in parti uguali, mentre per quanto riguarda Grüner Veltliner, Sylvaner e Sauvignon, quest’ultimo per la prima volta, operiamo un taglio tra botte grande e acciaio. Per le riserve di Pinot Nero e Lagrein la scelta invece è quella di utilizzare sia barrique che tonneaux”.

Le annate dei vini della linea Praepositus commercializzate quest’anno sono tre: 2019, 2018 e 2017. “Sono state tre vendemmie differenti, figlie di andamenti stagionali altrettanto diversi” commenta sempre il direttore vendite della cantina. “La 2019 è stata per noi un’annata tardiva rispetto al solito e complessivamente fredda, tanto che secondo molti ricorda quelle che sino a 10-15 anni fa erano invece più frequenti. I vini di questa annata, in generale, hanno minor grado alcolico, un’acidità spiccata e un corredo aromatico elegante, preciso, con note fruttate molto delicate”. Completamente opposta la fotografia dell’annata precedente. “La 2018 è stata un’annata decisamente più calda: i vini sono più ricchi e densi come struttura complessiva e maggiormente esuberanti nei profumi”. Infine l’annata 2017: “Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un’annata fredda che comunque non ci ha dato problemi dal punto di vista agronomico in vigna: sono nati vini dotati di una bella tensione fresca e acida al palato, con note olfattive meno intense rispetto al solito, ma che non deludono per quanto riguarda l’eleganza”.

Tutte premesse che lasciano ben sperare per l’evoluzione di vini nati da sempre per conservare a lungo le loro caratteristiche, con ampi margini di miglioramento con il passare degli anni. “Siamo certi che la decisione di aumentare l’affinamento prima della commercializzazione non possa che giovare ancor di più ai nostri vini – conclude Waldboth –: le uve utilizzate per i vini della linea Praepositus provengono dai nostri migliori vigneti con la miglior esposizione e dalle viti più vecchie che, in modo naturale, hanno rese molto basse in pianta. Nascono così vini dalla struttura importante, in grado di donare piacevoli soddisfazioni soprattutto a tavola”.

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