Vini Masi: guide e competizioni li premiano

1408

I vini Masi continuano a primeggiare nelle principali Guide enologiche italiane e collezionano premi e menzioni all’estero, a riconoscimento dell’eccellenza vitivinicola che da sette generazioni contraddistingue la Cantina guidata dal presidente Sandro Boscaini e dalla sua famiglia.

Il prezioso cru Mazzano 2012 della Cantina Privata Boscaini – una collezione unica di vini pregiati, prodotti in quantità limitata e solo nelle migliori annate – ha ricevuto i Tre Bicchieri della Guida 2021 del Gambero Rosso e i 5 Grappoli della Guida Bibenda2021.
Mazzano 2012 è stato anche annoverato tra i vini al vertice della Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2021 firmata da Daniele Cernilli “DoctorWine” con il punteggio di 97/100 e si è aggiudicato le 4 Viti, massimo riconoscimento della Guida Vitae 2021 dell’Associazione Italiana Sommelier.
Ulteriori conferme dunque dell’eccellenza di Masi nel proporre i propri cinque Amaroni. Spotlight per l’Amarone Mazzano proveniente dall’omonimo vigneto nel cuore della Valpolicella Classica, già noto per le sue qualità sin dal XII secolo. È un vino di grande personalità ed eleganza, prodotto con l’antica tecnica dell’appassimento delle uve, attualizzata secondo i più alti standard di innovazione tecnologica dal Gruppo Tecnico Masi: una specializzazione riconosciuta oggi in tutto il mondo.

I vini Masi frutto della tecnica dell’appassimento collezionano riconoscimenti anche ai World Wine Awards 2020 della reputata testata inglese Decanter: 93 punti al Costasera 2015, Amarone bandiera di Masi, e 90 punti al Costasera Riserva 2015 e al Brolo Campofiorin Oro 2016 – entrambi caratterizzati dalla presenza dell’antica uva Oseleta riscoperta da Masi.

Preziose note di merito arrivano anche dal Master Sommelier e critico enologico canadese John Szabo, che nel portale WineAlign.com ha assegnato 93 punti all’Amarone Costasera Riserva 2013, definito “straordinariamente raffinato ed equilibrato” e 90 punti al Brolo Campofiorin Oro 2016.

Dalla Germania, tra i Paesi al mondo dove è maggiormente apprezzata la doc Lugana, arriva un importante riconoscimento anche a un bianco di Masi, il nuovo Lugana Beldosso 2018. Mundus Vini, competizione enologica fondata dall’affermato editore tedesco Meininger Verlag, conferisce la medaglia d’oro e il riconoscimento di “Lugana Best of Show” a questo vino biologico, bianco di carattere che trae la struttura da un significativo affinamento in fusti di rovere.

Sandro Boscaini, Presidente di Masi ha così commentato: “Sta per chiudersi un 2020 che non ha risparmiato il mondo del vino attraverso le problematiche indotte alla sua distribuzione più qualificata dalle normative di contenimento del Covid: in Italia, nel mondo e in particolare nel settore dei viaggi e del turismo internazionale. La natura ci ha premiato però con un’ottima vendemmia e i nostri tecnici hanno lavorato come al solito ad alto livello e sono premiati ancora una volta dalla critica per l’impegno, la costanza e l’amore per il proprio lavoro. Questi riconoscimenti ci gratificano e ci spronano a proseguire nella valorizzazione dei territori, nella cura dei nostri preziosi vigneti, nel lavoro di cantina, fino a portare sulla tavola del consumatore prodotti di eccellenza unici, identitari e referenziati”.

Federico Girotto, Amministratore Delegato di Masi, ha aggiunto: “Nei mesi più duri del lockdown abbiamo deciso di presentare due nuovi Lugana, Beldosso 2018 e Lunatio 2019, anche per dare un forte segnale di continuità dell’attività della nostra impresa in quel difficile momento. La medaglia d’oro di Mundus Vini al Beldosso 2018 è un fantastico attestato della qualità e attenzione con cui lavora Masi. Da sempre, infatti, la nostra azienda è rispettosa della tradizione e sensibile ai gusti di un consumatore appassionato e attento ai temi della sostenibilità: Beldosso e Lunatio sono vini biologici e rappresentano dei classici della grande tradizione veronese, interpretati in stile contemporaneo”.

AUTORERedazione
Articolo precedenteLanghe: dieci anni di Progetto “Nebbione”
Articolo successivoI numeri 2019 del Primitivo di Manduria